COS’ È LA VIOLENZA DI GENERE

Per violenza di genere si intende ogni atto che produce, o è probabile che produca, un danno o una sofferenza fisica, sessuale, psicologica ed economica alle donne, commesso in luogo pubblico o privato (ONU – 1995).



La violenza di genere è un evento traumatico che può produrre ferite profonde e pesanti effetti nei vari ambiti della vita. Rappresenta la prima causa di mortalità e invalidità per le donne di età compresa tra i 16 e i 44 anni: i dati relativi alla situazione italiana indicano che il fenomeno è in continua crescita così come il numero delle donne uccise dai loro partner o ex partner.


Tra le conseguenze della violenza vi sono danni fisici o psicologici transitori, cronici o permanenti e patologie psichiche; i disturbi interferiscono con le capacità lavorative e sociali della donna, aumentando esponenzialmente casi di abuso di farmaci e il ricorso a visite mediche. Tra le diverse problematiche di salute, inoltre, vi sono frequentemente quelle a carico della sfera riproduttiva: gravidanze indesiderate, aborti, morti fetali, infezioni sessualmente trasmesse.


La violenza può presentarsi in varie forme e luoghi; quando questa avviene in ambito familiare si parla, nello specifico, di violenza domestica. Seguendo uno schema spesso osservato il clima di violenza nella coppia si sviluppa nel corso del tempo in modo graduale attraverso litigi che diventano sempre più frequenti e pericolosi. L’andamento della relazione violenta è stata a lungo analizzata e decodificata in fasi cicliche e simili in tutte le casistiche. Gli episodi si scatenano spesso per motivi banali e sono seguiti dalle scuse e dal pentimento dell’aggressore. “Non succederà mai più” è la frase più comune ripetuta da mariti e partner violenti. Inizia così una fase detta “luna di miele”, periodo in cui il rapporto, apparentemente più saldo, riprende come se niente fosse accaduto.
La donna che subisce, spesso incapace a volte perfino di riconoscere che ciò che sta vivendo è violenza, di ammettere con se stessa la gravità della situazione, o la frequenza delle aggressioni, si trova a minimizzare le tensioni e a nascondere all’esterno il proprio disagio, vivendo con senso di colpa e inadeguatezza quello a cui è sottoposta. Col tempo, però, il comportamento sempre più aggressivo del partner non è più controllabile. I litigi diventano più frequenti e intensi e si innesca il “ciclo della violenza”, meglio conosciuto come “spirale della violenza”.
Esiste, infine, una particolare forma di violenza, chiamata assistita, e cioè il trauma subito dai bambini che assistono o sono a conoscenza di maltrattamenti agiti sulla madre – o su un altro adulto o minore di riferimento – esperienza spesso equiparabile ad abusi subiti in prima persona.